La sfida che ci attende nell’affrontare il tema del figlicidio è molto ardua perché si tratta di addentrarsi all’interno dei misteri della psiche e dei comportamenti umani, attraverso uno dei loro aspetti più inquietanti.

La formula da molti usata “Mamme assassine” è giornalisticamente molto efficace, ma si rivela urtante e respingente per la sensibilità comune. Questa ambivalenza suscita, infatti nell’opinione pubblica sentimenti opposti: da un lato attrazione e interesse morboso, per la naturale tendenza di ognuno di noi a conoscere e capire, dall’altro repulsione perché una madre che uccide il proprio figlio è sicuramente una mostruosità il cui solo pensiero è angosciante. Si tratta di capire se la madre assassina rientra nella normale casistica omicidiaria, ovvero sia un fenomeno patologico. Al proposito, va premesso che la violenza e gli atti criminosi di tipo omicidiario sono molto frequenti all’interno del nucleo familiare, infatti il 25% circa del totale degli omicidi avviene tra le mura domestiche e il figlicidio rappresenta il 17% di questi. Va altresì precisato che non è assolutamente vero che tali fatti siano più frequenti oggi di un tempo perché gli stessi sono sempre avvenuti anche nel passato e forse con frequenza maggiore, solo che non se ne veniva a conoscenza, mancando efficaci mezzi di diffusione delle notizie quali sono oggi la stampa e la televisione.

Il presente lavoro intende affrontare il tema del figlicidio con particolare riferimento a quello materno, pur essendo doveroso un cenno a quello paterno. Lo studio di tale evento impone una previa analisi sulla devianza femminile e su come essa è stata affrontata soprattutto dal punto di vista psico-sociologico.

Il figlicidio sarà trattato sotto vari profili. Partendo dalla sua definizione sia da un punto di vista giuridico che criminologico, cercando di cogliere la sua evoluzione storica nelle varie società. A tale riguardo paiono sicuramente interessanti le riflessioni di alcuni studiosi su come le religioni lo abbiano considerato e a volte tollerato, se non sollecitato.

Dopo aver analizzato da un punto di vista strettamente giuridico il figlicidio e l’infanticidio, che ne è una sub specie il nostro studio si incentrerà sull’indagine psicologica delle “madri assassine” e sui vari disturbi psichiatrici. A tal fine verranno anche esaminate le ultime indagini statistiche sulla frequenza, sugli autori, sulle motivazioni del libericidio, con alcuni cenni alle ultime notizie di cronaca.

Silvia Ciulli